Mai voluto figli, io. Mai piaciuti i bambini. E se devo proprio dire la verità, non mi piacciono molto nemmeno adesso, Gnoma esclusa (e non sempre). Mai stata particolarmente materna. Mai giocato "alla famiglia" con le amiche e mai fatto da mamma alle mie bambole.
Quando mi sono fidanzata, e poi sposata, il problema bambini ovviamente mi si è posto. La prospettiva di diventare mamma non mi allettava per niente, ero quasi gelosa all'idea che Marito potesse amare qualcun altro oltre a me, ero gelosa del mio corpo snello, del mio tempo libero, del mio sacrosanto diritto a mettermi lo smalto su mani e piedi, dei miei viaggi in giro per il mondo, della mia vita.
Ma sapevo anche che se non lo avessi fatto subito, un bambino, forse non lo avrei fatto mai. In fondo era il momento giusto: l'età c'era, le condizioni economiche no ma sentivo - giustamente - puzza di crisi e sapevo che le cose non sarebbero mai migliorate, Marito aveva cominciato a parlarne, i futuri nonni fremevano, la società mi diceva che era cosa buona e giusta. E insomma, io sono pigra in modo imbarazzante, e non sono riuscita a trovare nemmeno la voglia di pensarci su. "Boh ok magari proviamoci" ho buttato lì. Tre giorni dopo ero incinta. BOOM.
Solo guardando quelle due lineette rosa sul test mi sono resa conto di quello che MI ero fatta. Ma era così che doveva andare. Sapevo che non sarei mai stata una di quelle che un bambino lo avrebbero voluto, cercato, bramato e adorato fin da subito. Sapevo che mi sarei dovuta auto-violentare per averne uno. E così è stato.
Adesso però arriva quel momento del post in cui mi rivelo meno stronza di quello che vi sono sembrata per ben 4 paragrafi - e considerato il tempo medio per pagina rilevato dalle statistiche di questo blog, la maggior parte dei miei lettori al quinto paragrafo non ci è mai arrivato, quindi attendo con ansia la prima denuncia ai servizi sociali o al telefono azzurro.
Quando mi sono fidanzata, e poi sposata, il problema bambini ovviamente mi si è posto. La prospettiva di diventare mamma non mi allettava per niente, ero quasi gelosa all'idea che Marito potesse amare qualcun altro oltre a me, ero gelosa del mio corpo snello, del mio tempo libero, del mio sacrosanto diritto a mettermi lo smalto su mani e piedi, dei miei viaggi in giro per il mondo, della mia vita.
Ma sapevo anche che se non lo avessi fatto subito, un bambino, forse non lo avrei fatto mai. In fondo era il momento giusto: l'età c'era, le condizioni economiche no ma sentivo - giustamente - puzza di crisi e sapevo che le cose non sarebbero mai migliorate, Marito aveva cominciato a parlarne, i futuri nonni fremevano, la società mi diceva che era cosa buona e giusta. E insomma, io sono pigra in modo imbarazzante, e non sono riuscita a trovare nemmeno la voglia di pensarci su. "Boh ok magari proviamoci" ho buttato lì. Tre giorni dopo ero incinta. BOOM.
Solo guardando quelle due lineette rosa sul test mi sono resa conto di quello che MI ero fatta. Ma era così che doveva andare. Sapevo che non sarei mai stata una di quelle che un bambino lo avrebbero voluto, cercato, bramato e adorato fin da subito. Sapevo che mi sarei dovuta auto-violentare per averne uno. E così è stato.
Adesso però arriva quel momento del post in cui mi rivelo meno stronza di quello che vi sono sembrata per ben 4 paragrafi - e considerato il tempo medio per pagina rilevato dalle statistiche di questo blog, la maggior parte dei miei lettori al quinto paragrafo non ci è mai arrivato, quindi attendo con ansia la prima denuncia ai servizi sociali o al telefono azzurro.