Intercetto un dialogo tra Emma e la sua bambola di Elsa.
- Sai che all'asilo si fa ginnastica? E si gioca anche a calcio... come il Milan! Però mi dispiace, tu non puoi giocare a calcio, Elsa, è solo per bambini.
Eh no cazzo. Ho passato tre anni e mezzo a non parlarle di differenze di genere. Ci ho lavorato tanto, le ho sempre detto che non esistono cose da maschi e cose da femmine, mi sono persino tagliata i capelli quando lei ha cominciato a chiedersi perché le sue compagne li avessero lunghi e lei no. L'ho fatto per dimostrarle che si può essere femmine anche rasate (e perché non ho mai saputo farmi una piega). Ama cartoni come Frozen e film come Maleficient con protagoniste cazzutissime in cui finalmente non è un principe in calzamaglia a salvare la situazione. Ha una mamma che lavora, e un padre che cucina. Ma che dico, ha pure due nonne che lavorano, e due nonni che cucinano! Al parchetto la spingo a giocare con i maschietti. Con il suo papino non fa che parlare del giorno in cui compirà 5 anni e potrà finalmente andare a giocare nel Milan (io non partecipo ai loro sogni in quanto interista, ma questa è un'altra storia). E no, non sono come il padre di Lady Oscar: non sto fingendo che mia figlia sia un maschio. Adoro la sua femminilità, appoggio la sua passione per i vestiti da principessa. Le ho persino comprato una mini cucina rosa, per dire. A me non importa se da grande diventerà una calciatrice coi capelli a spazzola, una passione per gli Iron Maiden e una fidanzata di nome Giovanna o se invece sposerà Giovanni, avrà 5 figli e mi regalerà cuscini decorati all'uncinetto per la Festa della Mamma. Però voglio che in ogni caso sia una sua scelta.
Chi me la sta traviando? È colpa di quei cartoni anni '40 della Disney che ama tanto? È colpa dell'asilo? È lì che le impediscono di giocare a calcio con gli altri bambini? Devo fare un discorsetto alla maestra, devo intervenire!
- Emma scusa ma cosa stai dicendo?
- Sai che all'asilo si fa ginnastica? E si gioca anche a calcio... come il Milan! Però mi dispiace, tu non puoi giocare a calcio, Elsa, è solo per bambini.
Eh no cazzo. Ho passato tre anni e mezzo a non parlarle di differenze di genere. Ci ho lavorato tanto, le ho sempre detto che non esistono cose da maschi e cose da femmine, mi sono persino tagliata i capelli quando lei ha cominciato a chiedersi perché le sue compagne li avessero lunghi e lei no. L'ho fatto per dimostrarle che si può essere femmine anche rasate (e perché non ho mai saputo farmi una piega). Ama cartoni come Frozen e film come Maleficient con protagoniste cazzutissime in cui finalmente non è un principe in calzamaglia a salvare la situazione. Ha una mamma che lavora, e un padre che cucina. Ma che dico, ha pure due nonne che lavorano, e due nonni che cucinano! Al parchetto la spingo a giocare con i maschietti. Con il suo papino non fa che parlare del giorno in cui compirà 5 anni e potrà finalmente andare a giocare nel Milan (io non partecipo ai loro sogni in quanto interista, ma questa è un'altra storia). E no, non sono come il padre di Lady Oscar: non sto fingendo che mia figlia sia un maschio. Adoro la sua femminilità, appoggio la sua passione per i vestiti da principessa. Le ho persino comprato una mini cucina rosa, per dire. A me non importa se da grande diventerà una calciatrice coi capelli a spazzola, una passione per gli Iron Maiden e una fidanzata di nome Giovanna o se invece sposerà Giovanni, avrà 5 figli e mi regalerà cuscini decorati all'uncinetto per la Festa della Mamma. Però voglio che in ogni caso sia una sua scelta.
Chi me la sta traviando? È colpa di quei cartoni anni '40 della Disney che ama tanto? È colpa dell'asilo? È lì che le impediscono di giocare a calcio con gli altri bambini? Devo fare un discorsetto alla maestra, devo intervenire!
- Emma scusa ma cosa stai dicendo?