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giovedì 28 gennaio 2016

Come spiegare a tua figlia che le hai centrifugato i pupazzi (VIDEO)

E dopo il post in cui vi spiego come far mangiare la verza a una bambina, ecco un nuovo tutorial Aranzulla's style con tanto di video dimostrativo.

Questa volta il problema da risolvere era questo.

Mia figlia ha la camera piena di pupazzi. In realtà ha quasi solo pupazzi, gli altri giocattoli non la prendono così tanto, e dopo qualche mese di inutilizzo li faccio magicamente sparire per evitare sovraffollamenti. I pupazzi però non se li dimentica, no. Ognuno di loro ha un nome, una voce, una personalità. Ognuno è arrivato a modo suo: chi atterrando direttamente sul balcone, chi comparendo su un cespuglio del parchetto davanti all'asilo, chi spuntando da sotto le coperte del lettino dopo averla attratta con una scia di caramelle... Emma ha trovato un pupazzo persino nel frigorifero. Insomma sono la sua passione, i suoi migliori amici, i fratellini che non ha mai avuto (e probabilmente mai avrà).

Anch'io adoro i pupazzi: sono morbidi quando ti colpiscono in faccia, sono silenziosi e non sporcano. Però si sporcano, oh se si sporcano.

lunedì 25 gennaio 2016

Come far mangiare la verza a una bambina

- Mamma ma cos'è questa cosa? Sono broccoli? Io detesto i broccoli, come Disgusto!
- A parte che quando te li diamo te li sbrani, basta non dirti che sono broccoli (sia stramaledetto Inside Out)... ma questa è verza.
- Beh non mi piace la verza!
- Ma se non l'hai nemmeno assaggiata!
- Io detesto la verza!
- Ok ok non mangiarla... a me piace un sacco invece... mmmmh che buon... Ehi. Aspetta un attimo. Ommioddio!
- Cosa c'è mamma?!
- Guarda, lo vedi questo capello? Prima era più corto! La verza mi sta facendo crescere i capelli! Tempo qualche giorno e li avrò come Rapunzel!

L'ha sbranata.
Ah, se vedete Emma per favore fingetevi stupiti da quanto le siano cresciuti i capelli ultimamente. Insomma copritemi.

giovedì 21 gennaio 2016

Tanto lo so che mi leggerai

Ma che, davvero pensavi di farla franca? Era ovvio, mia cara Emma, che prima o poi avresti ceduto alla tentazione di scoprire cosa scriveva anni fa la tua mamma su di te. Quanto avrai? 13-14 anni? Oppure sei più grandicella, e sei in quella fase in cui, dopo i rifiuti dell'adolescenza, hai riscoperto l'amore per mamma e papà (magari in concomitanza con l'accensione di un mutuo)?

Siamo ancora vivi? Io lo sono? Spero tanto di sì, anche se con quello che mangio ultimamente non ci giurerei.

Volevo solo dirti che sapevo che un giorno avresti letto il mio blog. E che al contrario di ciò che pensano in molti, non ti ho "usata", non ho usato la nostra storia e la tua infanzia per ottenere il mio piccolo momento di gloria e qualche migliaio di visite al mese. Niente affatto. È che sapevo che prima o poi io e te ci saremmo incontrate. Che prima o poi, dopo anni di "ma sai che la tua mamma teneva un blog su di te quando eri piccola?!", ti sarebbe venuta la curiosità di scoprire cosa dicevo di te e magari il -più che comprensibile - terrore di trovarci foto di te mezza nuda seduta sul vasino.

esempio di diario segreto
Qualche anno fa, rovistando alla ricerca dello scotch in un cassetto della Nonna P, ho trovato un piccolo diario. Ti spiego, i diari erano gli antenati dei blog, venivano scritti su fogli di carta (esiste ancora la carta vero?) e venivano accuratamente tenuti nascosti dai loro proprietari. Erano un po' come degli psicologi personali (esistono ancora gli psicologi o sono stati completamente sostituiti da sconosciuti trovati sui forum?), solo che costavano meno. Beh mia madre ne teneva uno, lo ha cominciato quando sono nata e lo ha portato avanti per qualche anno. Erano solo poche pagine. La nonna ha documentato accuratamente i miei primi giorni di vita, poi è passata ad aggiornarlo ogni settimana, poi mensilmente. Dopo 3 anni ha chiuso con un "Ah già è nato anche Filippo. Carino, mangia un sacco". Poi si dev'essere rotta. La terza figlia nemmeno compare (a proposito come sta la zia Margherita?).

Comunque rileggere le sue parole mi ha commosso. Non me la ricordavo come mamma. Io la conoscevo solo come mamma di una bambina grande, di una teenager, di una donna. Ma in versione mamma di una bebè ovviamente no. In qualche modo, rileggendo quelle pagine scritte a mano e macchiate di rigurgiti, ho avuto modo di conoscere la mia mamma. E ho pensato che anch'io, un giorno, avrei dato ai miei figli la possibilità di conoscermi.

Leggendo questo blog, avrai modo di scoprire chi era la tua mamma a 30 anni. Cosa faceva, come viveva, cosa pensava, cosa temeva e soprattutto quanto ti amava. Perché tu ora sei grandicella, e probabilmente non te lo dico più (ma solo perché non te lo vuoi sentir dire) ma io ti amo, Emma. Cazzo se ti amo. Tu sei il più grande e stupefacente amore della mia vita. E devi saperlo, perché è importante. Perché il rapporto che abbiamo adesso, al momento in cui ti scrivo, cambierà, inevitabilmente. E dubito che quando avrai 20 anni avrò modo di svegliarmi accanto a te, accarezzarti la testolina, dirti "Lo sai che sei il mio amore Emma?" e sentirmi rispondere "sì mamma anche tu sei il mio amore ma lasciami dormire". Oddio, probabilmente se ci provassi mi risponderesti allo stesso modo, ma solo dopo aver gridato "E TU CHE DIAVOLO CI FAI NEL MIO LETTO?!".

E niente. Volevo solo dirti questo. So che mi stai leggendo, sapevo che lo avresti fatto e ho sempre scritto pensando al giorno in cui mi avresti letto.

P.S. Mi fai un favore? Potresti chiamarmi al telefono (se ancora esistono) e dirmi semplicemente "Anche tu sei il mio amore, mamma"? Io capirò.

giovedì 7 gennaio 2016

Ciao sono Emma, e oggi comincia per me una nuova avventura

Ciao sono Emma. Lo so, lo so, nelle foto vengo un po' demmerda, come mia madre. È che davanti ai flash ci vengono solo facce strambe. Però io al contrario della mamma me ne frego, e mi sparo un selfie dietro l'altro da quando ho imparato a usare la fotocamera.

Comunque niente, volevo dirvi che oggi comincio una nuova avventura: vado alla scuola materna. Non che io sia nuova a queste cose eh? Questo è il mio terzo anno da scolaretta: ho cominciato con l'asilo dei piccoli (che la mamma chiama nido), poi sono andata all'asilo dei grandi. Quest'anno ho cominciato l'asilo dei grandi ma poi mamma e papà mi hanno detto di avere un "piano", e che cambiare asilo faceva parte di questo piano. Io boh, non ho capito bene cos'abbiano in mente. Forse vogliono svaligiare una banca o qualcosa del genere perché da quello che ho sentito il problema erano i soldi.

Però l'idea mi piace perché la mamma dice che quello in cui andrò a partire da oggi non è semplicemente un asilo dei grandi. No. Io oggi comincio la scuola materna! Sì, avete capito bene, SCUOLA! Devo anche mettere il grembiulino in questa nuova scuola. Io lo volevo con Elsa ma della mia taglia non c'era, e così ne ho preso uno con su una scritta e la mamma ha passato 4 o 5 ore a sfilarla punto per punto e poi ha applicato una foto di Elsa e Anna. Quel giorno ho imparato un sacco di parolacce nuove!

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