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lunedì 27 maggio 2013

E al pronto soccorso... lui!


Sabato mattina. Un'amica neomamma mi aspetta a casa sua, in quel di Brescia, per una giornata tra gnomi. Ricordandomi gli insegnamenti del maestro Miaghi mi preparo al rito mattutino "Spoglia la gnoma, vesti la gnoma, ri-spoglia la gnoma (che il body scelto è macchiato), ri-vesti la gnoma" quando qualcosa attira la mia attenzione. La schiena dell'infante è ricoperta di macchie che manco un dalmata. Occazzo.
Se c'è una cosa che ho imparato in questi mesi da mamma è che puntini e macchie NON sono un buon segno (anche perché io non ho mai fatto molte delle malattie che prevedono puntini vari e la prospettiva di beccarmele da adulta non mi alletta).


Ovviamente (ovviamente) la pediatra non lavora di sabato: la sua segreteria telefonica consiglia di rivolgersi alla guardia medica. Fuori il diluvio universale, riesco quasi a intravedere Mosè che tenta di convincere una gazzella che no, il leone non se la sbranerà durante il tragitto, dovrebbero bastargli le crocchette biologiche che gli sono state preparate per il viaggio.

E va bene, andiamo dalla guardia medica. Arriviamo sul posto, esco dall'auto, mi inzuppo per 3/4, citofono... nessuna risposta.

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Mi raggiunge un affannato ragazzotto: "Stai cercando anche tu il medico? E' uscito per constatare un decesso, torna tra un po'". Ecco, ora non posso nemmeno pensare "Che sfiga che ho, che giornata di merda" perché sarebbe un tantino fuori luogo.

Dopo un po' il tizio torna e ci fa entrare. Il ragazzotto di prima si fa visitare e nel frattempo la Gnoma cerca di distruggere la sala d'attesa. Sarà anche la versione bambinesca della Pimpa ma a me sembra che stia benissimo... Comunque. Arriva finalmente il nostro turno. Il medico la visita nonostante i ringhi e SOLO DOPO ci annuncia che a lui quelle sembrano macchie e che comunque non è un pediatra.

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Ci consiglia di fare un salto al pronto soccorso pediatrico e noi obbediamo. Ri-saliamo in auto, ci concediamo una pausa cappuccino in un bar dove hanno pure finito le brioches 

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percorriamo altre 20 km e arriviamo in pronto soccorso dove, per fortuna, ci fanno entrare subito. La Gnoma scopre che qui la sala d'attesa è ancora più figa perché tutta colorata e piena di giocattoli e di bambini malaticci che se li fanno fregare facilmente (livello sensibilità gnomica 0). Ci accoglie un giovane pediatra che ci obbliga a bloccare la gnoma sul lettino mentre le esplora pelle, gola e orecchie. Credo di aver rischiato un dito o due. 

"Potrebbe trattarsi di una reazione a qualche cibo che ha mangiato" sentenzia, dopo la visita. "Cosa mangia vostra figlia?". Già, cosa mangia la Gnoma? Tutto mangia, è stata auto-svezzata quindi mangia tutto! Concordiamo che potrebbero essere state le fragole o il cioccolato o i pomodori o altri 1200 alimenti contenenti istamina a provocare le macchie e che comunque non è niente di grave. 

E poi il dottorino dice una frase, quella frase: "Comunque è una bella bambina". E mi torna in mente, come uno schiaffo, l'ultimo giorno di ospedale, poco prima che io e la Gnoma fossimo dimesse. Lei aveva 3 giorni, io 3 punti che mi facevano dannare e la mia vita stava per cambiare. Il pediatra che l'aveva vista nascere, forse l'unica persona che era stata gentile con me in quei maledetti 3 giorni di ospedale, consegnandomi la scheda della bambina mi dice con un sorriso "Comunque è una bella bambina". Un modo carino per dire che la Gnoma era vispa e sana, che andava tutto bene.

Occazzo ma è lui! Lo guardo bene: giovanissimo, occhi gentili, tono pacato, sorriso timido e incerto. E' lui, non ho dubbi. "Scusi ma lei lavorava mica al San Raffaele l'anno scorso?" gli chiedo, ricevendo una risposta affermativa. Eh già, era proprio lui. Si è appena trasferito in quel di Vimercate e lavora al pronto soccorso da un mesetto. I casi della vita... Mi ha fatto piacere rivederlo e scoprire che quella figura angelica e gentile che aleggia ancora nei miei ricordi non era solo frutto della mia immaginazione da puerpera instabile. 

P.S. Comunque se dovessi rincontrare l'ostetrica maledetta che mi ha rovinato il parto e la vita probabilmente scriverei il post sul nostro incontro direttamente dal carcere.

2 commenti:

  1. Ma...era mica Mosè il pediatra?

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  2. Ciao Simona, al posto tuo cercherei di sapere se questo pediatra ospedaliero lavora anche fuori, sembra proprio in gamba ;) Perché l'ostetrica ti ha rovinato la vita insieme al parto? Parli dell'assistenza al parto o di qualcosa che è successo dopo? Una mia cugina ha partorito al San Raffaele comunque e non e' stata contenta... Un bacione

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