Google+ Google+ Google+

giovedì 27 novembre 2014

G come Giocare (sicuro): si ma chi pensa agli orsacchiotti?

Venerdì scorso sono andata alla fiera del giocattolo G come Giocare, luogo pieno di bambini sovreccitati e urlanti che normalmente per me rappresenterebbe l'Inferno, soprattutto con Gnoma al seguito. Per fortuna, però, mi trovavo lì per lavoro e la Gnoma se l'è cuccata marito.

Mentre Emma guidava trattori, disegnava, serviva il tè a papino e testava il Cicciobello Bua che le arriverà a Natale (orrore&raccapriccio), io me ne sono stata comoda comoda ad ascoltare una conferenza sulla sicurezza dei giocattoli.

Ho imparato per esempio che:

  • secondo i dati Rapex il 25% dei prodotti pericolosi in commercio sono... giocattoli (annamobbene)
  • i videogiochi non sono giocattoli, regoletta che deve aver inventato un 40enne per convincere la moglie a lasciarlo giocare in pace con la sua Playstation
  • la vecchia e cara regola del "vabbè ma io compro solo quelli con il marchio CE" è una boiata, un po' perché i cinesi ne hanno inventato uno quasi identico (e assolutamente legale) che però sta per China Export, un po' perché non ci vuol niente a stampare il marchio originale su una scatola no?
  • per quanto attento, un genitore non potrebbe mai riconoscere prima dell'acquisto un giocattolo contraffatto/pericoloso: per farlo bisognerebbe ricorrere a una serie di misurazioni al millimetro (sì, tipo quelle che facciamo all'iIkea con quel metro di carta quando non ci fidiamo delle misure scritte sul cartellino) e soprattutto poter analizzare chimicamente i materiali perché non sempre i componenti pericolosi si riescono a individuare "a naso"
  • l'unico modo che abbiamo di sapere se un giocattolo è sicuro e originale, è acquistarlo da rivenditori fidati
Insomma, a meno che non siate il signore e la signora Superman e non ve ne andiate in giro per negozi di giocattoli con la vista a raggi X, l'olfatto supersonico e un kit dell'Allegro Chimico nel bagagliaio, il consiglio è di non acquistare i giocattoli per i vostri pargoli in negozietti/bancarelle/sottopassaggi/siti internet/Bat-caverne/mercatini/Tuttoauneuro/locali sospetti.

Peccato che per quanta attenzione ci possiamo mettere noi genitori, di solito i nostri figli ricevano le boiate da parenti/amici che per far scena e togliersi dall'impiccio del regalo di Natale, si presentano con obbrobri che probabilmente non regalerebbero nemmeno al loro cane (ma che per vostro figlio vanno benissimo).

Che dire, conferenza interessante (e anche un po' preoccupante) che però mi ha messo a conoscenza di un terribile fatto che vorrei denunciare pubblicamente: prima di immettere un giocattolo sul mercato, i fabbricanti devono effettuare un’analisi dei pericoli chimici, fisico-meccanici ed elettrici, di infiammabilità, di igiene e di radioattività che il giocattolo può presentare. Come?

Usando piccoli e innocenti orsacchiotti di peluche nati e allevati con il solo scopo di essere brutalmente torturati nel corso di questi controlli! Ora, mi dispiace se siete in dolce attesa o particolarmente impressionabili ma DOVETE SAPERE e dovete vedere con i vostri occhi cosa succede in questi laboratori dell'orrore: orsetti del cuore impiccati, orsacchiotti Trudi tirati per le zampine come nella nota tortura medievale in cui attaccavano gli arti delle vittime ai cavalli, pupazzi smembrati, de-lanati, dati alle fiamme (sì, c'è un test in cui si dà fuoco a un povero peluche per testarne l'infiammabilità) e privati di occhi e parti mobili da fredde pinze senza cuore. La sicurezza dei nostri figli vale davvero il sacrificio di questi poveretti?!


1 commento:

  1. Conosco orsacchiotti che darebbero un occhio (...) per finire i loro giorni in laboratori così, pur di non essere abbandonati alle amorevoli cure di certi adorabili bambini, mi ricordo del crudele destino di una Barbie gigante che veniva regolarmente gettata dal terzo piano per vedere l'effetto che fa: aveva più fratture e amputazioni di un manichino del crash test!
    Nonna P.

    RispondiElimina

Google+