Vestiti pre-maman: è arrivato il momento? Ma anche no!

E' arrivato il tanto (tanto) temuto momento di mandare giù il rospo e accettare il fatto che il mio corpo è cambiato. Già perché il mio stile comincia ad assomigliare sempre più a quello di Pasquale Ametrano di Bianco, Rosso e Verdone, avete presente?

Per quanto riguarda la parte di sotto, ho dovuto risolvere i primi problemi di contenimento fin da quarto mese, quando i miei vecchi jeans hanno cominciato a stare stretti. E così, col cuore in frantumi, mi sono recata da H&M e ho acquistato i miei primi (e finora unici) jeans pre-maman, quelli, per intenderci, a vita bassissima con una morbida fascia che copre tutto il pancino. Non ce l'ha fatta a comprarne più di un paio: quando diavolo li riutilizzo?

Per la parte di sopra fino a pochi giorni fa non ho avuto problemi: maglie, canotte e maglioncini in qualche modo si sono sempre adattati alle mie nuove forme. Ma ora che sono entrata nel fatidico Terzo Trimestre anche i maglioni più comodi mi fanno l'effetto Ametrano. Il pancino prende freddo e io sembro ancora più démodé e burina del solito.

E così, vagando tristemente per centri commerciali mi sono resa conto dell'enorme presa in giro dei cosiddetti abiti pre-maman. Basta fare un giro alla Prenatal per rendersene conto: i vestiti pensati per le donne in dolce attesa non sono altro che abiti in formato extra-large con il prezzo raddoppiato. E allora perché comprarli? Semplice: per una donna di media corporatura, passare in pochi mesi da una taglia S o M a una XL è davvero umiliante. Ma recandosi in un negozio per future mamme, la stessa donna può risollevarsi acquistando un maglione 2 metri x 2 che sull'etichetta riporta una rassicurante taglia S. Peccato che lo stesso maglione potrebbe trovarlo a un quinto del prezzo in qualsiasi negozio "normale": basterebbe ignorare l'insensibile etichetta sul collo e staccarla subito dopo l'acquisto.