Google+ Google+ Google+

venerdì 26 luglio 2013

Mamma ridens

Raccontavo l'altro giorno di quanto mi fa ridere la gnoma ultimamente. Beh ieri sera, tanto per fare un altro esempio della mia vita da mamma-ridens, ho riso fino alle lacrime, letteralmente.
Io e Marito abbiamo portato la gnoma al suo primo concerto: Max Pezzali. Cosa? Ieri non era previsto nessun concerto di Max Pezzali? Ok, va bene, era la versione farlocca di Max, un concerto tributo tenuto da un tizio che ha LA STESSA VOCE dell'ex 883. Identico, giuro, identico. Comunque.

Tenere a bada la Gnoma prima che cominciasse lo spettacolo è stata dura, come sempre. Annoiata e desiderosa di esplorare centimetro dopo centimetro la piazza in cui si teneva la classica super caotica festa di paese, ci ha fatto dannare per circa due ore. Abbiamo seriamente pensato di andarcene. Ma Max è sempre Max, anche quando non è davvero Max. E quindi siamo rimasti.

Finalmente la band ha cominciato a suonare e la Gnoma si è fatta largo fin sotto il palco. Io mi sono accovacciata per terra e, senza perderla di vista un attimo, mi sono divertita a osservarla mente interagiva con il pubblico. Ho riso quando ha cominciato a ballare come una forsennata, ho riso quando ha battuto con entusiasmo le manine alla fine di ogni canzone, ho riso quando ha iniziato ad avvicinare le fan di Max-farlocco imitandone i gesti, ho riso quando si è seduta accanto a emeriti sconosciuti fissandoli seria negli occhi, ho riso guardando questi poveretti che le chiedevano cosa volesse e si guardavano in giro preoccupati, ho riso quando lei, in tutta risposta, ha cominciato a urlargliene 4 minacciandoli col ditino, ho riso quando la gnoma ha trovato delle groupie scatenate sotto il palco e ha deciso che sarebbero state le sue nuove mamme, ho riso quando le suddette groupie, dopo un attimo di incertezza, l'hanno adottata, insegnandole a sculettare come loro, a battere le mani a tempo e a urlare saltellando sulle note di "Come mai". Ho riso, ma mi sono anche decisa a recuperare mia figlia, quando una delle groupie ha chiesto a una ragazza vicino se la figlia fosse sua e, al suo "No", ha urlato "Ommioddio ma allora di chi è?!" portandosi le mani al volto.

E insomma, ho passato la serata a sghignazzare. Osservare l'infante alle prese col mondo, apparentemente abbandonata a se stessa (ma sempre sotto stretta sorveglianza) ha sempre il suo gran fascino. 

Nessun commento:

Posta un commento

Google+