In questo momento il rumore di rami spezzati e di palline che si infrangono sul parquet fa da sottofondo al ticchettio della mia tastiera. Ma che dico "in questo momento"... va avanti così da ieri! Come da tradizione infatti, la sera di Sant'Ambrogio io e Marito abbiamo allestito il nostro Albero di Natale. E naturalmente Gatta ADORA questa tradizione.
Avete presente il divertente video di Simon's Cat (che vi ripropongo qui sotto) in cui l'adorabile micione distrugge con nonchalance l'Albero di Natale appena allestito dall'ignaro padrone? Ecco. La situazione è esattamente la stessa. Tanto per continuare la mia blog-cronaca in diretta, Gatta è appena stata attaccata da una perfida pallina blu che l'ha inseguita fino al divano in pelle, al quale la micia si è aggrappata con tutte le sue unghiette per poi fare un balzo per terra, correre sul posto (graffiando il parquet e lasciando la nuvoletta che si vede nei cartoni animati), partire in quarta e schiantarsi con la testa contro a una sedia. Ora è qui sotto alla scrivania che si struscia affettuosamente sulle mie gambe.
Non uccidere il gatto, non uccidere il gatto, non uccidere il gatto... Continua a ripetertelo Simona, continua a ripetertelo.
Stamattina poi, l'stinto di stringere quell'adorabile collo grassoccio e peloso è stato forte. Non tanto perché Gatta aveva deciso che il candido abete era da abbattere, ma perché i tentativi di impedirglielo dovevano anche tener conto del fatto che oggi è un giorno lavorativo. Ho passato tutta la mattinata a compiere di corsa il tratto scrivania-albero per impedire a Gatta di compiere i suoi misfatti. Per di più, ora che lei sa che quello che fa E' VIETATO, prova un gusto morboso nello stuzzicarmi piazzandosi sotto l'abete e facendo tintinnare le palline fissandomi con sguardo trucido.
Come se non bastasse, quando è intervenuto Marito (che dal suo studio sentiva le mie urla disperate), Gatta si è lasciata tranquillamente prendere in braccio e, una volta in studio con lui, si è dolcemente accoccolata e addormentata. Poco prima, se io solo tentavo di avvicinarmi a lei ficcando una mano sotto l'albero me la ritrovavo grondante di sangue. Quando ho chiesto a Marito come diavolo avesse fatto a calmarla lui mi ha semplicemente risposto "Lei mi vuole bene".
Calma, Simona, calma. E' Natale.
Stamattina poi, l'stinto di stringere quell'adorabile collo grassoccio e peloso è stato forte. Non tanto perché Gatta aveva deciso che il candido abete era da abbattere, ma perché i tentativi di impedirglielo dovevano anche tener conto del fatto che oggi è un giorno lavorativo. Ho passato tutta la mattinata a compiere di corsa il tratto scrivania-albero per impedire a Gatta di compiere i suoi misfatti. Per di più, ora che lei sa che quello che fa E' VIETATO, prova un gusto morboso nello stuzzicarmi piazzandosi sotto l'abete e facendo tintinnare le palline fissandomi con sguardo trucido.
Come se non bastasse, quando è intervenuto Marito (che dal suo studio sentiva le mie urla disperate), Gatta si è lasciata tranquillamente prendere in braccio e, una volta in studio con lui, si è dolcemente accoccolata e addormentata. Poco prima, se io solo tentavo di avvicinarmi a lei ficcando una mano sotto l'albero me la ritrovavo grondante di sangue. Quando ho chiesto a Marito come diavolo avesse fatto a calmarla lui mi ha semplicemente risposto "Lei mi vuole bene".
Calma, Simona, calma. E' Natale.
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