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martedì 27 dicembre 2011

Ultimo Natale in due

Ultimo Natale in due per me e Marito. Un Natale di ultime volte in cui vecchie tradizioni e nuovi pensieri si sono incrociati per tutto il weekend. Per l'ultima volta, dopo 9 anni, il giorno della Vigilia ci siamo separati per raggiungere le rispettive famiglie d'origine. Per l'ultima volta ci siamo rivisti solo a tarda notte, dopo lo "spacchettamento feroce dei regali" (quest'anno tutti per la Gnoma!) e ci siamo scambiati i nostri la mattina di Natale, a colazione. Per l'ultima volta abbiamo poi raggiunto prima la mia famiglia, per il mega pranzo di Natale (non troppo presto, per evitare il "tradizionale sclero natalizio di Mamma") e poi quella di Marito, per la cena del 25 (per intenderci, quella che affronti mettendo le mani avanti dicendo "vengo lì ma solo per spizzicare qualche avanzo del pranzo, sono davvero piena" per poi trangugiare salatini, olive, antipastini e dolcetti fino a vomitare).

Dall'anno prossimo la Gnoma regnerà sovrana, e dovremo fare i conti con il fatto che ora anche io e Marito siamo una seppur piccola unità famigliare. Non potremo quindi separarci né tantomeno dividere in due la pupa (rex Salomon docet). Come faremo a decidere con quale delle due famiglie d'origina passare la Vigilia di Natale, serata molto importante sia per i miei che per i parenti di Marito? Inevitabilmente uno dei due passerà la sera del 24 a sorridere gentilmente ma a ripensare, sospirando, ai 30 (e passa) anni di Vigilie con i suoi. Molti la fanno facile, suggerendo di passare il 24 in una famiglia e il 25 nell'altra, come fanno praticamente tutte le coppie sposate. Ma questo succede perché di solito le famiglie si dividono tra quelle che "tifano" per la Cena della Vigilia e quelle che "tifano" per il Pranzo di Natale. Le nostre invece tengono molto a entrambe le occasioni.

Però diciamocelo, tenere tra le braccia una gnometta di 10 mesi con la sua tutina natalizia (già adocchiata nei negozi) che sorriderà estasiata tra le braccia di mille parenti, che assaggerà per la prima volta una cucchiaiata di mascarpone strabuzzando gli occhi e che batterà le manine all'apertura dei regali (per il rumore che fa la carta dei pacchi, non per il contenuto degli stessi) sarà una gran bella consolazione per colui che avrà deciso di "sacrificarsi" e passare la Vigilia con i parenti dell'altro.

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