Venerdì mattina. Io e Marito ci svegliamo, ci sediamo ancora assonnati alle nostre postazioni di lavoro (lui nello studio, io in salotto) e accendiamo i nostri computer. Pochi secondi dopo un duplice urlo agghiacciante: "Internet non va!". Il panico. Fastweb, prontamente contattata, ci dice di andare gentilmente a fanculo (o meglio, il senso era quello, in realtà ci hanno detto "Vi richiamiamo noi"). Io e Marito ci buttiamo sui cellulari. Niente da fare: né il mio né il suo si degnano di connettersi alle rispettive reti internet (e dire che abbiamo anche due operatori diversi). Il dubbio sorge spontaneo: che sia tutta colpa del Papa? Che abbiano deciso di bloccare tutte le connessioni di Milano e hinterland per evitare attentati e vaneggiamenti eretici sui social network? C'è una sola cosa da fare. Chiamare la mamma.
Nonna P e Nonno M sono a casa a cazzeggiare (da qualche anno hanno deciso che il venerdì è il nuovo sabato e non vanno al lavoro) e ovviamente da loro, che abitano nel paese a fianco, la connessione funziona benissimo. Le ipotesi complottistiche cadono tutte d'un colpo. Peccato sarebbe stato interessante. Nonna P ne approfitta per dirmi che ha letto il post di ieri e mi fa un cazziatone.
Marito, che per sua sfortuna lavora al telefono, comincia a darsi da fare. Io, spiazzata, isolata dal mondo e momentaneamente disoccupata, prendo una decisione. Ma sì, potrei provare a fare la... come si dice? Come si chiama quella signora che ha un marito abbastanza ricco da pagare il mutuo da solo ma non abbastanza benestante da potersi permettere una cameriera? Ah sì, casalinga. Ecco, provo a fare la casalinga.
Bene. Da dove si comincia? Mi guardo in giro. La casa è un disastro. La lavatrice è piena di panni bagnati e leggermente maleodoranti (da quanto tempo saranno lì dentro?). Comincio quindi a stendere.
Vado in sala. Oddio. Vista con gli occhi di una casalinga questa stanza fa veramente schifo. Tazze sporche di tè e caffè dappertutto, vestitini gnomeschi appesi, accartocciati, appoggiati, dimenticati in ogni dove, un paio di calze sulla libreria, due reggiseni tra i cuscini del divano, avanzi di vecchie cene sul tavolo, decine e decine di scarpe spaiate vicino alla porta e tanta, tanta polvere. Ok, comincio dal bagno.
Poco dopo Marito mi comunica che la connessione funziona. Io dò un'altra occhiata schifata alla sala, butto sul divano il reggiseno che ho in mano e mi fiondo sul computer. La Simo is back!
Sei un disastro... ma nessuno è perfetto...
RispondiEliminaDunque dunque!!! A quando la prossima cenetta noi tre e mezzo streghe? Opto per un palombaro per Martina,di modo che non unga nessuno... e un bel vestitino estivo leggero e fresco per tutte le altre :O)
Baci e abbracci
Sere
Io sono un perfetto... disastro. Diciamocelo.
EliminaComunque. Io a cena vi avevo invitato. Siete voi che siete più malaticce di due bambine dell'asilo. Appena vi rimettete fatemelo sapere. E se magari si riesce a organizzare la cosa a casa vostra è meglio, così non devo togliere i reggiseni dal divano e le calze dalla libreria.