Io e Emma: giorno 1 |
Non me l'ero mai chiesto. Forse perché non ero mai stata così innamorata di qualcuno in vita mia. Cioè, dai. Chi mi conosce sa che non sono esattamente la donna più affettuosa e dolce del mondo. O d'Italia. O di Trezzano Rosa. O del mio appartamento. Eppure un esserino dal visino grassoccio e rugoso che puzza perennemente di merda è riuscito a farmi cadere per la prima volta in 29 anni nella grande trappola dell'Amore. Quello con la A maiuscola, quello incondizionato, puro, viscerale, quello che ti fa pensare "Oddio non è che sono troppo cotta? E se poi mi scotto?". Un amore che non ha niente a che fare con quello tra uomo e donna.
A volte mi ritrovo a pensare che amo troppo questa gnometta che si contorce tra le mie braccia. Ho paura di affezionarmi troppo a lei (come se avessi scelta!). Ho paura di soffrire. Ho paura che lei se ne vada, che mi lasci. Ho paura di quello che provo perché è troppo forte, non ci sono abituata. E non ero preparata. Emma sta benissimo eppure io ho paura che muoia, ma si può? Mi ritrovo a guardare un abitino taglia 6 mesi e a pensare "Chissà se lo indosserà mai?".
Un po' come quando ce l'avevo nel pancione e attendevo la fine della gravidanza per fare acquisti per lei e preparare la casa per il suo arrivo perché, fino alla fine, ero terrorizzata da parole come "aborto", "complicazioni", ecc. E ora che è nata c'è il fantasma della "morte in culla" che aleggia nella mia povera testa bacata. Quanto sono cretina. E dire che non sono mai stata una donna apprensiva. E non sono mai stata tanto innamorata (Marito non offenderti, so che anche tu provi la stessa cosa per la Gnoma e non sono gelosa!).
Ripensando all'Amore, a quello che significa per me, mi è tornato alla mente una specie di compito in classe che ci hanno affidato all'università qualche anno fa. Ci chiesero di scrivere, a bruciapelo, cosa fosse per noi l'amore. E io scrissi il testo che vi riporto qui di seguito. Ora come ora, se mi affidassero lo stesso compito, risponderei con una semplice parola di 4 lettere: EMMA.
Io amo poco, in realtà.
Poco rispetto a tutto ciò che c’è di amabile al mondo, ma
solo perché non l’ho visto tutto. Ma di quello che ho visto… beh… amo
parecchio.
Amo viaggiare.
Ma proprio viaggiare. Starmene seduta su un
treno, un’auto, un camper, e guardare fuori dal finestrino.
Ecco.
Amo i finestrini.
Finestrini, finestre, oblò, porte. Quelle su altri mondi,
come il cinema, i libri, le favole.
Amo chi racconta e amo raccontare, creare,
essere l’artefice di un mondo altro in cui far scivolare per brevi istanti chi
mi ascolta.
Amo chi ascolta, i curiosi, come me.
Amo chi tiene sempre gli occhi aperti e chi si stupisce
per un particolare che gli altri calpestano con noncuranza.
Amo gli animali, vederli vivere e sorridere. Sì perché
anche loro lo fanno.
Amo far sorridere la mia cagnolina e anche quei maledetti
dei miei pappagalli pronunciando quelle paroline senza senso che tanto amano
farsi sentir dire… starebbero ad ascoltarmi e a commentarmi delle ore.
Amo far sorridere mio nonno e qualcuno che piange.
Amo le sorprese, i regali. Amo farli.
Da morire.
Amo chi è felice, soprattutto chi sa esserlo con niente.
Amo mangiare… quanto mi piace… anche se chi mi vuol bene
pensa che non lo faccia mai abbastanza.
Amo chi si preoccupa per me.
Amo chi mi ama, insomma, come tutti.
Amo chi mi dice che son strana ma lo fa sorridendo.
Ecco, ancora i sorrisi… mi tornano sempre in testa.
Amo chi li utilizza per ringraziare, per salutare, per
scusarsi, per dire.
Amo chi li sostituisce a tutti quei gesti quotidiani così
scontati e formali.
Amo l’informalità.
Amo e invidio chi crede davvero in qualcosa e chi ama
davvero.
Amo la zuppa di miso ed il caldo dopo il freddo.
Amo come sto dopo aver fatto sport.
Amo la mia danza… amo quando mi fa sentir bella, anche se
solo per pochi istanti.
Amo chi pensa che bella io lo sia davvero, e sempre.
Amo i piatti semplici che mi cucina la mamma quando non ha
niente in dispensa.
Amo papà quando si entusiasma per qualsiasi cosa ed è
felice e non si accorge che mia sorella gli fa il verso.
Amo perdonare. Far pace dopo un litigio.
Amo andare al cinema o mangiare cioccolato per dimenticare
una partita dell’Inter.
Amo l’Inter, porca vacca!
Amo che papà finga di amarla per condividere qualcosa con
me e che la mia mamma si sia ridotta a fare lezioni di danza del ventre per lo
stesso motivo.
Poverini, entrambi.
Ma che grandi.
Amo i grandi.
Le grandi donne, i grandi uomini, ma solo quelli che non
pensano di esserlo.
Amo l’umiltà,
la timidezza,
il genio,
l’intelligenza,
la fantasia,
la bellezza.
La musica, quella che mi fa perdere, che mi fa dimenticare
il fatto di essere in un certo posto con certe persone in un certo orario di un
certo giorno ad ascoltarla.
Amo anche dimenticarmi di essere seduta in un cinema e
vivere la vita di qualcun’altro per un’ora abbondante.
Certo, amo la realtà.
Una zuppa di miso è più che reale.
Ma amo anche il ricordo che ne ho, il profumo che mi
sembra di poter sentire ora che sono ben lontana dall’assaporarne una, il
ricordo del passato e il desiderio di averla in futuro.
Amo l’illusione, adoro essere illusa e chi mi racconta
storie per farmi felice.
A volte amo anche le bugie, quelle che mi fanno bene,
anche se urlo il contrario.
Insomma amo molto di quello che c’è, che esiste, che ho
avuto la fortuna di vivere.
Ma forse a volte amo di più quello che non c’è, che
non esiste ancora o che non esisterà mai, se non grazie a qualcuno che me lo
racconterà.
Anche se quel qualcuno sarò io.
Simo....mi sto preoccupando perchè ti conosco da una vita...ma sono felice per te perchè sei felice e AMI..;-) un abbraccio ale T.
RispondiEliminaLo so Ale... conoscendomi tutto questo amore è preoccupante, lo so! In una persona normale sarebbe scontato ma associato a me fa un po' senso. Tornerò mai normale?
EliminaNon credo che tornerai mai 'normale', vedendo la vostra creatura crescere, l'amore non potrà che diventare sempre più grande!
RispondiEliminaSono (di nuovo!!!!) commossa!!
Ti abbraccio forte
Sere