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giovedì 15 marzo 2012

La mia adorabile futura assassina!

Riguardandomi questa tenera foto ricordo di famiglia scattata ieri sera dopo il bagnetto della Gnoma, mi sono ricordata di una vecchia storiella divertente su un elefante e un formicaio che faceva più o meno così.

Ogni giorno un grosso elefante compie lo stesso percorso per andare ad abbeverarsi al fiume, calpestando, senza farci caso, un piccolo formicaio. Le formiche che vi abitano, stanche di dover ricostruire ogni volta la loro casetta, si riuniscono per decidere il da farsi. Dopo un'attenta analisi della situazione, le formiche realizzano che l'elefante è sì grande e grosso, ma loro sono migliaia e tutte insieme possono batterlo. Decidono così di appostarsi il giorno successivo sul ramo di un albero lì vicino e di saltare tutte insieme addosso al pachiderma per ucciderlo o almeno spaventarlo. Il giorno successivo le formiche si sistemano su un albero, in agguato. Quando l'elefante, alla solita ora, passa sotto ai rami, le formiche gli saltano addosso tutte insieme. L'animale, infastidito, si dà una scrollata e le formiche vengono cadono a terra. Solo una resiste, rimanendo attaccata al collo dell'elefante. Le altre, da terra, la incitano: "Strozzalo, Pasquà, strozzalooooo!".
Quest'ultima frase mi fa morire dalle risate perché mi fa pensare alla radicata convinzione degli animali più piccoli di essere molto più forti e letali di quello che credono. Basti pensare alla ferocia con cui un chihuahua attacca chiunque lo disturbi o lo spaventi, dall'essere umano all'enorme alano che lo guarda stupito. O alla foga con cui un minuscolo gattino spelacchiato attacca nemici immaginari, dal gomitolo di lana alla vostra mano.

Ora che ho tra le mani una cucciola di uomo mi fa sorridere l'idea che quest'ultima non abbia idea di quanto sia piccola e indifesa, e si comporti come se il mondo fosse ai suoi piedi, genitori in prima fila (e non ha nemmeno tutti i torti!). Se un paio di mesi fa scrivevo post sui tentativi di matricidio della gnoma in versione feto, oggi scopro che, ora che è fuori, la piccola è più democratica e tenta di far fuori anche il suo babbo.

Ieri sera, incazzata nera (avevamo OSATO tirarla fuori dall'acqua calda del bagnetto, che lei adora), la Gnoma si è avvinghiata urlando alla felpa del papà, afferrando una delle cordicelle del cappuccio e tirando con tutte le sue forze. Ci abbiamo messo un po' ad aprire quelle manine paffute (ma fortissime). Un po' troppo. Comunque Marito è vivo e sta bene. La Gnoma si è arresa giurando vendetta. Io mi sono ripresa dall'attacco di ridarella acuta che mi è venuto quando mi sono immaginata un gruppo di formichine che le urlavano "Strozzalo, Pasquà, strozzalooooo!". E vissero tutti felici e contenti.

P.S. Forse dovremmo smetterla di tenerla con noi sul divano quando guardiamo Dexter...


1 commento:

  1. Ahahaah!
    Sono arrivata sul tuo blog per caso, anche io ho uno "gnomo" ("Robino") nato un mese fa e questo post mi ha fatto particolarmente ridere perché succede la stessa cosa anche a noi ogni volta che cambiamo il pupo e lui cerca di ucciderci!
    Tornerò sicuramente a trovarti, che ridere!

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