Come ho potuto? Come ho osato? Come mi sono permessa?! Sabato, al corso di acquaticità neonatale (vi ho parlato qui della prima lezione), ho dovuto obbedire all'insegnante e fare una cosa che, da neo-mamma, mi è costata tantissimo: semi-affogare mia figlia.
Nel video qui sotto non troverete la scena incriminata perché come spesso accade nelle grandi occasioni, Nonna P., incaricata di riprendere tutto con la fotocamera, non è riuscita a schiacciare il tasto giusto (come dimenticare poi la volta che, al mio "matrimonio congelato", impostò la modalità "candela" sulla fotocamera e produsse un centinaio di fotografie con uno spettrale alone giallo sulle facce dei soggetti - scatti che ora riempiono il mio album di nozze, considerando che il fotografo ufficiale era rimasto disperso nella neve insieme a metà degli invitati e non arrivò mai al gelido castello!).
Comunque. Il fatto è che già nel corso della prima lezione l'insegnante mi aveva chiesto di provare a buttare sott'acqua la Gnoma. Quest'ultima si era salvata solo perché a un certo punto aveva dato di matto per aver bevuto un po' d'acqua, convincendo l'insegnante che forse non era ancora il momento giusto. Io avevo tirato un sospiro di sollievo e avevo rimandato il supplizio alla settimana successiva.
Sabato però non avevo scuse. Quando l'insegnante mi si è avvicinata minacciosa, sapevo di non avere scampo. La gnoma sorrideva felice, inconsapevole che si stava auto-condannando. "Bene la vedo contenta e rilassata, è il momento giusto per provare!" è stata la sentenza. Mi sono sentita male. La povera gnometta si fidava di me, del mio abbraccio, delle mie mani che la tenevano al sicuro e la coccolavano. Come potevano quelle stesse mani farle del male?!
Ho deciso di togliermi subito il dente, ho preso l'infante sotto le ascelle e... l'ho cacciata sott'acqua trattenendo il fiato per solidarietà. E' durato un secondo. L'ho tirata su e, insieme all'insegnante ho studiato il suo visino contratto e bagnato con gli occhi chiusi e la bocca serrata. Quei due o tre secondi sono sembrati un'eternità. L'insegnante ha accennato un "Brava Em..." ma non ha fatto in tempo a finire la frase. La Gnoma, sconvolta, ha riaperto gli occhi ed è scoppiata in un pianto epico. Tutti gli altri genitori si sono voltati a guardarmi, l'insegnante si è dileguata sorridendo e Nonna P. ha cominciato a inveire contro la fotocamera.
Ci è voluto un bel po' per calmare la gnoma. Ma ci vorrà di più per calmare me. Mi sono sentita come quando abbiamo fatto fare il primo vaccino a Emma. In entrambe le occasioni ero IO a tenerla in braccio mentre veniva bucata/affogata. Cosa avrà pensato in quel momento? Quoque tu bruta mater mea?! Si sarà sentita tradita dalla sua stessa mamma.
Meno male che i neonati hanno la memoria breve.
Io l'avrei mandata a fcl quell'insegnante... dovrebbero almeno lasciare la scelta alla madre! bha!
RispondiEliminaAnna
Teoricamente secondo l'insegnante i bimbi, una volta imparato a non avere paura dell'acqua, si divertono. In effetti gli altri bimbi si lasciavano "annegare" allegramente...
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