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lunedì 26 giugno 2017

Mamme di maschi

Pensavo vi foste tutte rincretinite, voi mamme di maschi.

Vi vedevo con i vostri "ometti", cotte a puntino come fan di Justin Bieber, con le pupille a cuoricino mentre i vostri bambini facevano qualcosa di idiota o disgustoso al parchetto. E pensavo che io non avrei mai voluto un figlio maschio.

I maschi sono... maschi. Cioè... diventano uomini a un certo punto, cosa possono avere di tanto meraviglioso? Sono sempre sporchi, indossano vestiti noiosi, ti pisciano addosso quando li cambi, non hanno lunghi capelli da pettinare. E poi fanno giochi scemi, rumorosi, pericolosi. Anziché colorare e ritagliare porte per fatine immaginarie o coccolare adorabili peluche fanno schiantare macchinine contro il muro. E voi lì, innamorate perse, che li incitate pure. "Ma cosa avete che non va?" mi chiedevo guardandovi sconsolata.

Quando il medico mi ha detto già al terzo mese che aspettavo DECISAMENTE un maschietto mi sono lasciata prendere dallo sconforto. Volevo un'altra femmina. Anzi. Se devo dirla tutta io volevo un'altra Emma. Sia io che Marito ci siamo resi conto che non volevamo un altro figlio: volevamo clonare la figlia che già avevamo, riprodurla, avere la possibilità di rivivere tutte le fasi della sua crescita, di riabbracciare la Emma neonata con i suoi occhietti a mandorla, ripercorrere i boschi in cerca di gnomi con la Emma ricciolina di due anni, rifare il primo viaggio a Disneyland con la Emma incantata di 4 anni. La gnoma stava crescendo, e noi volevamo fermare tutto e schiacciare il tasto REWIND.

Ovviamente il nostro era un desiderio irrazionale e irrealizzabile. E per fortuna, perché Emma è meravigliosa pure in versione Bambina Grande, e anche se faccio fatica a crederci, in fondo so che mi godrò ogni fase della sua crescita.

E poi il nostro piano idiota di clonare nostra figlia ha dato vita a Milo.

E con Milo, io sono diventata mamma di un maschio. Ovviamente mi sono rincretinita anch'io, esattamente come voi altre che osservavo da lontano con compassione.

Dire che sono completamente cotta di lui è poco.

Me lo tengo stretto in fascia nonostante i 45 gradi all'ombra, gli faccio grandi complimenti ogni volta che fa la cacca, lo chiamo (sigh....) "il mio pisellone", lo sotterro di baci ogni volta che mi mostra le fossette sulle guanciotte, lo osservo dormire come la più paziente delle stalker, lo allatto DAVVERO a richiesta (con Emma pretendevo che passassero almeno un paio d'ore tra una poppata e l'altra) e parlo come un'idiota da quando è nato. Per non parlare del fatto che quando è nata Emma, durante tutto il post parto l'ho inconsciamente incolpata di avermi fisicamente distrutto, mentre oggi osservo i punti che ancora non mi mollano e li vedo come un dolce ricordo della sua nascita. Ho addirittura tentennato prima di gettare nel WC il moncone del suo cordone ombelicale quando finalmente si è staccato dal suo ombelico.

Insomma sono completamente andata. E scommetto che tra qualche anno non noterò nemmeno gli sguardi di compassione delle mamme di figlie femmine al parchetto perché sarò troppo occupata a dire cose come "Pisellone della mamma la smetti di mangiare formiche che ti fanno male al pancino?".

P.S. Lo so che non tutti i maschietti sono idioti, rumorosi e viulenti eh? Sono semplicemente quelli che al parchetto si fanno notare di più rispetto al bimbo tranquillo che legge sotto a un albero. In ogni caso ho come l'impressione che Milo NON SARÀ quel bimbo tranquillo che legge sotto a un albero.

lunedì 19 giugno 2017

Il mio secondo parto (spoiler: c'è il lieto fine)

La lettura del post sul mio primo parto era sconsigliata a un pubblico sensibile, e temo in effetti di aver contribuito al calo nazionale delle nascite del 2012, a modo mio. Oggi con questo mio nuovo racconto non punto certo a creare un baby boom nel 2018, ma se riuscissi a rassicurare anche solo una futura mamma sul parto avrei già raggiunto un ottimo risultato.

Ma cominciamo dall'inizio. Anzi, da prima.

Quando a gennaio vi ho annunciato che Emma avrebbe avuto un fratellino e io l'epidurale dicevo sul serio. Sì perché io l'ebrezza di usufruire di un "aiutino" durante il parto volevo provarla a tutti i costi. D'altra parte mi impasticco di Moment al primo mal di testa, perché mai rinunciare ai traguardi raggiunti dalla medicina moderna proprio durante uno dei giorni più dolorosi della mia vita?

Ho fatto la visita per l'epidurale in due ospedali, sono andata agli incontri con il pubblico per informarmi sulla percentuale di partorienti "accontentate" e sulle disponibilità degli anestesisti, e poi ho deciso.

Nel primo mi hanno detto:

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