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venerdì 25 settembre 2015

Cose da maschi, cose da femmine

Intercetto un dialogo tra Emma e la sua bambola di Elsa.

- Sai che all'asilo si fa ginnastica? E si gioca anche a calcio... come il Milan! Però mi dispiace, tu non puoi giocare a calcio, Elsa, è solo per bambini.

Eh no cazzo. Ho passato tre anni e mezzo a non parlarle di differenze di genere. Ci ho lavorato tanto, le ho sempre detto che non esistono cose da maschi e cose da femmine, mi sono persino tagliata i capelli quando lei ha cominciato a chiedersi perché le sue compagne li avessero lunghi e lei no. L'ho fatto per dimostrarle che si può essere femmine anche rasate (e perché non ho mai saputo farmi una piega). Ama cartoni come Frozen e film come Maleficient con protagoniste cazzutissime in cui finalmente non è un principe in calzamaglia a salvare la situazione. Ha una mamma che lavora, e un padre che cucina. Ma che dico, ha pure due nonne che lavorano, e due nonni che cucinano! Al parchetto la spingo a giocare con i maschietti. Con il suo papino non fa che parlare del giorno in cui compirà 5 anni e potrà finalmente andare a giocare nel Milan (io non partecipo ai loro sogni in quanto interista, ma questa è un'altra storia). E no, non sono come il padre di Lady Oscar: non sto fingendo che mia figlia sia un maschio. Adoro la sua femminilità, appoggio la sua passione per i vestiti da principessa. Le ho persino comprato una mini cucina rosa, per dire. A me non importa se da grande diventerà una calciatrice coi capelli a spazzola, una passione per gli Iron Maiden e una fidanzata di nome Giovanna o se invece sposerà Giovanni, avrà 5 figli e mi regalerà cuscini decorati all'uncinetto per la Festa della Mamma. Però voglio che in ogni caso sia una sua scelta.

Chi me la sta traviando? È colpa di quei cartoni anni '40 della Disney che ama tanto? È colpa dell'asilo? È lì che le impediscono di giocare a calcio con gli altri bambini? Devo fare un discorsetto alla maestra, devo intervenire!

- Emma scusa ma cosa stai dicendo?

martedì 15 settembre 2015

Chi me l'ha fatto fare

Questa è stata la prima estate della mia vita in cui non ho visitato posti nuovi. E io sono una che non legge mai due volte lo stesso libro, non vede mai due volte lo stesso film e non va mai in vacanza due volte nello stesso posto perché il mio motto è "l'anno prossimo potrei essere morta". E prima di morire voglio leggere, guardare, conoscere, visitare il più possibile.

Tutto questo per dire che ieri sera volevo guardarmi Pechino Express per gustarmi un po' di mondo e dimenticarmi del fatto di aver letteralmente sprecato un agosto della mia vita. Ma Emma non era d'accordo. Perché come dice una delle mie perle di saggezza...


E infatti ieri sera Emma avrà impiegato un'oretta abbondante ad addormentarsi. Io ero stanca morta, sto vivendo un periodo infarcito di ansie e preoccupazioni, avevo solo voglia di stravaccarmi sul divano con Marito e una tisana alla menta e gustarmi un programma poco impegnativo. 

lunedì 7 settembre 2015

Velate minacce

- Dai amore, molla la mamma e vai in classe... fammi un bel disegno, così quando torno a prenderti me lo regali ok? Dai, bacio e vado!
- Mmmh e che disegno vuoi?
- Disegna la mamma e il papà ok? Bacio e vado.
- Posso disegnare Sdentato?
- Il drago? Ok, se vuoi disegna Sdentato... ora devo andare però amore... Bacioevado.
- Ok. Allora disegno Sdentato che sputa fuoco su mammina e papino.

No ma l'ha presa bene.

L'opera consegnatami più tardi



giovedì 3 settembre 2015

Proteggere, armare, consolare

Il Manifesto titola "NIENTE ASILO" pubblicando in copertina la foto del corpicino senza vita Aylan, quel piccoletto di 3 anni trovato su una spiaggia a Bodrum che ormai tutti conosciamo fin troppo bene.

E io me la sono presa con lei, la MIA treenne che stamattina non voleva andare all'asilo, e piangeva come un maiale sgozzato perché preferiva guardare i cartoni, o aveva sonno, o non aveva voglia, o sailcazzocosa. Me la sono presa con lei che non capisce quanto è fortunata a essere nata qui. E avrei avuto tanta voglia di sbattergliela in faccia, quella foto, di gridarle "Lo vedi come vivono, come MUOIONO tanti bambini nel mondo mentre tu ti lagni perché non vuoi andare all'asilo? Lo sai che questo bimbo non ci andrà mai all'asilo? Lo sai che non riabbraccerà più la sua mamma? Che probabilmente l'ha vista affogare insieme al papà e al fratellino?!".

In pratica, la vecchia storia trita e ritrita del "finisci i broccoli, che al mondo ci sono un sacco di bambini che muoiono di fame". Noi genitori ci caschiamo sempre, prima o poi. Guardiamo i nostri figli e ci preoccupiamo che siano viziati. Avremmo tanta, tanta voglia di sbattere loro in faccia la realtà, ma poi ci manca il coraggio.

E probabilmente è giusto così. È giusto che Emma continui a pensare che Babbo Natale esiste, che quando qualcuno muore diventa una stellina che la osserva dal cielo, che i suoi pupazzi non arrivano dal Disney Store ma spuntano fuori da alberi e cespugli, che la mamma sa davvero far comparire monetine da dietro l'orecchio, eccetera eccetera. Perché il mio compito è proteggerla, regalarle un'infanzia felice, almeno per ora. Poi mi toccherà la fase più difficile: armarla, spiegarle la migliore strategia di attacco e difesa, e accompagnarla sul campo di battaglia. E quando sarà grande sarò lì, pronta a curare le sue ferite.

FASE 1: proteggere
FASE 2: armare
FASE 3: consolare

È tutto quello che noi genitori possiamo fare, è tutto quello che i genitori fanno in ogni parte del mondo. È quello che avrà fatto anche la mamma di Aylan, anche se lei avrà probabilmente anticipato la seconda fase, tentando di preparare al meglio i suoi figli a quel viaggio di speranza. Ma mi si spezza il cuore a pensare che il mare le abbia strappato la possibilità di anticipare anche la fase 3. Dovrebbe essere un diritto di ogni madre, cazzo.
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