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martedì 14 maggio 2013

A spasso con la gnoma: incontri, ditini puntati, bacini e risate

"Non vedo l'ora che cammini" pensavo (me illusa) mentre tiravo su la gnoma per portarla da qua a là "almeno sarà più indipendente e non dovrò spaccarmi la schiena ogni volta che devo spostarla". E infatti ora che la gnoma deambula non si può dire che non sia indipendente. Ma nemmeno che la mia schiena sia salva.

La gnoma è FIN TROPPO indipendente. Tu la metti giù e lei va. Ovviamente la piccoletta non ha una meta precisa, si limita a trotterellare in cerca di qualcosa/qualcuno che susciti il suo interesse. Se cerchi di farle cambiare strada s'incazza. Se cerchi di prenderla in braccio s'incazza. Se certi di farla salire sul passeggino, manco a dirlo, s'incazza. Se ti butti a pesce per salvarla da un'auto in arrivo s'incazza. Se cerchi di strapparla dalle gambe di una passante a cui si è avvinghiata s'incazza. Eccetera eccetera.

Andare a spasso con lei è... interessante, diciamo. Non ci si annoia, ecco. Lo scorso weekend io e Marito abbiamo avuto la malsana idea di portarla all'Acquario di Genova e abbiamo dovuto fare tutto il percorso vasche a passo gnoma. E quella minchia di acquario è enorme. 

Comunque, per quanto stressante, andare in giro con Emma ha diversi aspetti positivi. Se per esempio la gnoma incontra un passante gli si piazza davanti e gli fa un lunghissimo discorso (piuttosto minaccioso a dire il vero, spesso accompagnato da un ditino puntato), attende l'eventuale risposta del poveretto (che di solito è "Ehm... che vuoi bella bambina? Dov'è la tua mamma?") e poi risponde in tono mussoliniano. Dopo aver terrorizzato (eddai lasciateglielo credere) la sua vittima, la gnoma, benevola e di buon cuore, conclude l'incontro/scontro mandando al suo nuovo amico due o tre bacini, come quelli che indirizza a me alla fine del video qui sotto.

Se il malcapitato ha in mano un gelato la cosa non finisce qui e la gnoma continua il suo discorso esagitato indicando con insistenza il cono finché la sottoscritta non interviene afferrandola sotto alle ascelle e scusandosi con l'incredulo passante. Le urla che escono a quel punto da quella boccuccia rosea sono inimmaginabili. Se non mi scatenassero ogni volta un incontrollato attacco di risate penso che mi vergognerei da morire. 

1 commento:

  1. Ahahaha! La prima parte mi sembra stranamente familiare...
    Valerio però invece di stare tanto a discutere, direttamente dà la mano ad emeriti sconosciuti per farsi aiutare a salire/scendere gradini... puoi immaginare il mio imbarazzo!

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