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giovedì 10 ottobre 2013

Prime lacrime per te

Ti vengo a prendere al nido. Mi vedi dalla finestra, corri verso il vetro con un sorriso che va da qui a lì e mi saluti. Entro e tu mi corri incontro e ti butti tra le mie braccia. Mentre l'educatrice (buonanima) ci racconta che hai mangiato tutta la pappa e sei stata, in fondo, nonostante tutto, considerato il carattere... abbastanza brava, tu apri da sola il tuo armadietto, afferri le scarpine di Peppa Pig e me le porgi, felice. Ti vesto, ti sistemo sul passeggino e ti guardo andare via con papà mentre mi dirigo alla macchina per andare al lavoro.

Mi volto un attimo, giusto in tempo per vedere che ti sei sporta dal passeggino per cercarmi con lo sguardo. Entro in auto col cuore a pezzettini piccoli piccoli e accendo la radio a palla sperando che la musica copra i miei pensieri.


Un secondo dopo la portiera del passeggero si apre. E' Marito, con in braccio la gnoma. "Accompagnaci a casa va', stava impazzendo". Ed eccoti lì, sul tuo seggiolino, con gli occhi ancora rossi e bagnati e quel sorrido grande così. Sembri dire "Uh che spavento mamma, per un attimo ho pensato che te ne stessi andando senza di me". I pezzettini del mio cuore spezzato si fanno poltiglia.

Un minuto e siamo a casa. Tu hai canticchiato e chiacchierato (a modo tuo) per tutto il tragitto. Marito ti prende in braccio e tu, contenta, dici "oooh issa!". Ti dirigi mano nella mano col tuo papino verso il cancello. Riavvio la macchina, faccio manovra. Butto lo sguardo e vedo che ti volti dicendo un preoccupato "Mamma?". Ingoio la poltiglia di cuore che nel frattempo ha deciso di risalire verso la gola e comincio a guidare. Un'ultimo sguardo: tu sei sulla spalla di papino che urli disperata "MAMMAAAA" protendendo le manine verso di me. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano. Il tuo è incredulo e disperato, il mio solo disperato. 

Io lo so che è normale, lo so che non è certo una tragedia, che tutti i bambini (per quanto degeneri) hanno una fase di mammite e che tutte le madri (per quanto degeneri anch'esse) hanno un senso di colpa perenne quando sbolognano i figli a qualcun altro per poter lavorare. Però io non ci ero proprio abituata a 'sta cosa del legame madre-figlia. La gnoma... beh, è la gnoma. E io... beh, ormai un po' mi conoscete... sono io. Chi se lo sarebbe mai aspettato che un giorno mi sarei fatta 4 uscite d'autostrada tra le lacrime, ripensando a un musino incredulo e a due occhioni bagnati?

4 commenti:

  1. Piangio anche io ;(
    (BigD è già mammone ora, fortuna che lavoro da casa...)

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    Risposte
    1. Di solito anch'io ma ogni tanto devo uscire. E la gnoma mi fa pesare pure quelle poche volte.... mostro... adorabile mostro...

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  2. ci siamo passate tutte, se può rincuorarti sappi che poi passa, tra qualche tempo andrà sorridendo e tu col cuore più leggero (ma non tantissimo, ecco questo no..)
    Bacio

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  3. Quando ancora lavoravo (tutto sommato bei tempi....), un dì Matteo mi chiese: "Mamma, ma che lavoro fanno i genitori di Peppa Pig che sono sempre a casa a giocare con Peppa e George?" Allora dovetti ingoiare quel rospo....ora sono a casa, ma delle mille richieste di Matteo (facciamo questo? facciamo quello?) ho capito che non basta mai e che i bambini sono incontentabili...sicchè.....

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