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mercoledì 12 giugno 2013

Certo che dev'essere brutto lavorare da casa...

Lavorare per un'intera settimana dalla casa al mare, con tanto di mamma al seguito che ci tiene la gnoma e ci prepara anche la pappa. Prendersi il sole in pausa pranzo. Farsi una passeggiata in centro la sera con la pelle più scura e i capelli più chiari del giorno prima. Farsi una passeggiata sulla spiaggia dopo il lavoro. Vedere la Gnoma che si diverte nella sua piscinetta gonfiabile (sì, quella che la prima notte ha dovuto fungere da lettino), che ruba i giochi agli altri bimbi in spiaggia e prova l'ebrezza dei primi flirt estivi (c'è un nanetto che ogni volta che passa davanti al nostro cancello per andare in spiaggia urla "Emmaaaaaa Emmaaaaaaa" sperando che lei si affacci). Le piadine, i bomboloni, i gelati e l'anguria a fine pasto. Lavorare in bikini con la pelle che profuma ancora di olio abbronzante al cocco e sentire in sottofondo il rumore delle onde che si infrangono sulle spiaggia.

No niente. Era per rispondere a chi mi dice "Uuuuuh lavori da casa? Ma che brutto! Non vedi altra gente, non ti devi vestire e truccare per uscire... non ti senti reclusa? Che tristezza ragazzi!".

Già, che tristezza. Eh sì.

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