Google+ Google+ Google+

lunedì 13 aprile 2015

Benvenuti nel magico mondo della... patata

Se chiedi alla gnoma che lavoro fa la sua mamma, lei ti risponde con un vago "Lavola al computel". Ma non gliene faccio una colpa. Nemmeno la mia famiglia sa che lavoro faccio. Se le si chiede che lavoro fa il suo papino, però, è più precisa: "Papino polta le patatine ai signoli". Nel senso che è un agente della San Carlo, uno di quelli che girano su quei furgoni bianchi con la gigantografia di Cracco che ti squadra, sensualmente severo, mentre lo sorpassi.

Ed è proprio in occasione di un laboratorio creato dall'azienda all'esterno del Museo di Storia Naturale di Milano che Emma ha potuto conoscere da vicino il magico mondo della patata. La San Carlo è sponsor della mostra "Food. La scienza dai semi al piatto" e ha allestito dei laboratori settimanali per bambini a tema della durata di un'oretta e un quarto, con attività ludico-didattiche e giretto al museo.

Marito non vedeva l'ora di portarci la gnoma, e le ha raccontato per giorni che avrebbe incontrato il Signor Patato. Io non ero così convinta che farle credere che avrebbe visto il protagonista di alcune delle puntate più noiose di Peppa Pig in carne e ossa (si può dire di una patata?) fosse una grande idea. Ma sono stata al gioco.


Arrivati al Museo, abbiamo atteso qualche minuto fuori. Abbiamo ricordato per l'ennesima volta a Emma che noi non saremmo entrati con lei, che sarebbe stata sola con altri bambini e delle simpatiche signore e che noi saremmo rimasti lì fuori ad aspettarla per tutto il tempo. Le abbiamo consegnato il suo biglietto, e lei lo ha gelosamente custodito in un taschino e sfoderato per una foto da mandare ai nonni.


Poi, il temuto (da me) momento è arrivato. Una ragazza si è presentata e ha chiesto a tutti i bambini di mettersi in fila e di prepararsi a scoprire il magico mondo della patate. Nel silenzio generale, l'urlo della gnoma:

"MA A ME NON PIACCIONO LE PATATE!"

Per un attimo abbiamo pensato di dileguarci fischiettando, ma vedendola in panico ci siamo scusati con i presenti con il solito sorriso da figura-di-emma e abbiamo promesso alla gnoma che nessuno le avrebbe dato da mangiare delle patate. Rassicurata, Emma ha seguito gli altri bimbi ed è sparita dietro a una porta. Papino, che si fida della sua bambina, non era minimamente preoccupato (vedi foto).


Poco dopo ci sono cascata anch'io e ho dato una sbirciatina. Emma era la più piccina, e credo non abbia mai lasciato la mano di una delle educatrici, ma ha partecipato, attenta e composta, a tutte le attività. Alla fine ci siamo resi conto che non c'era niente di cui preoccuparsi, e ci siamo goduti il sole di Milano.



Un'oretta dopo è entrata nel museo e poco dopo ne è uscita, raccontandoci entusiasta di aver visto un sacco di patate e riportandoci di una signora che chiedeva di non toccarle. Una delle ragazze ci si è avvicinata e ci ha riferito che la gnoma era stata un angelo ma che aveva dovuto prometterle che quella sera avrebbe mangiato della pizza. "Le darete la pizza stasera, vero che le darete la pizza? Gliela darete?!" ci ha chiesto, preoccupata.

Per fortuna, il Signor Patato c'era davvero. O meglio, ne ha creato uno la gnoma usando una patata e degli stuzzicadenti, quindi ci siamo salvati. In più le hanno regalato un sacchettino con tre tuberi da piantare con il nonno nell'orto, che ha tenuto stretto nelle manine per tutto il pomeriggio.

Insomma quella tappetta è riuscita a stupirci di nuovo. Pensavo che non fosse ancora pronta per stare sola con insegnanti e bambini sconosciuti (se non dopo estenuanti inserimenti) e invece no, è pronta. Da lì a pensare "EVVAI, possiamo piazzarla nei vari baby club di villaggi, alberghi, navi e ristoranti finalmente!" il passo è stato breve. Genitori degeneri.

Nessun commento:

Posta un commento

Google+