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lunedì 22 ottobre 2012

EMMAngia pure il ragù (i vantaggi dell'autosvezzamento PARTE II)

Autosvezzamento: only the brave. Non tanto perché questa nuova visione dello svezzamento ti obbliga a ignorare nonni/amici/colleghi/conoscenti/passanti che ti indicano urlando "Madredegenere come puoi dare le cozze a una bambina di 8 mesi?!". In fondo è il pediatra a dirti che puoi dare da mangiare qualsiasi alimento di sicura provenienza a tuo figlio e che proprio i cibi "potenzialmente allergici" (come le fragole, i frutti di mare, i latticini, ecc.) se dati in piccole dosi aiutano il bebè a non sviluppare allergie in futuro. Quindi che fai, non ti fidi?

E non è nemmeno il problema della consistenza dei suddetti cibi a richiedere vagonate di forza&coraggio nei neo genitori. In fondo dopo le prime Scene Madri (avete presente, no, quando i bambini strabuzzano gli occhi, diventano paonazzi e tentano di vomitare quello che hanno appena messo in bocca per poi scoprire che si tratta di cibo e ingoiare tutto tranquillamente mentre voi siete invecchiati di 10 anni in 6 secondi?) ci fai l'abitudine.

No il mio problema con l'autosvezzamento è un altro. I seguaci di questa nuova tecnica sostengono infatti che il bambino, a partire dai 6 mesi, debba entrare in contatto con il cibo assaporandolo, sentendone il profumo e... toccandolo. Il bebè DEVE giocare con il cibo, deve avere il SUO piattino e deve imparare a non temere forme, colori e consistenze diverse. Beeeello. Bellissimo. Divertente. E poi il sorriso del vostro bambino che scopre il potere imbrattante del ragù non ha prezzo. Peccato per lo scenario apocalittico che vi si presenta davanti agli occhi a fine pasto. Vedi video.

 

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