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venerdì 2 dicembre 2011

Non uccidere i vicini, non uccidere i vicini, non...

"Avete presenta la strage di Erba? A buon intenditor...". Questo il testo del messaggio che sto pensando di attaccare alla porta dei miei vicini di casa. Non che approvi il comportamento di Olindo Romano e Rosa Bazzi ma a chi non è mai capitato di voler fare fuori i propri vicini?

Se poi, come me, vivete in un condominio in cui le pareti sono completamente insonorizzate ma non lo sono altrettanto i pavimenti, non farete fatica a capire che i vicini del piano di sopra e del piano di sotto possono entrare bruscamente nella vostra vita, violentando la vostra privacy e la vostra intimità. Nel mio palazzo, per l'esattezza, vivono le seguenti tipologie di vicini:


  • I giovani coniugi con due bambini del piano di sotto. I due ragazzi, totalmente incapaci di tenere a bada i propri piccoli (uno di circa 4 anni, l'altro di circa un anno e mezzo), avranno sì e no la mia età. Sono SEMPRE a casa (e vivono in un appartamento che sarà costato il doppio del mio, mi chiedo come diavolo facciano a pagarlo se non lavorano) e credo che abbiano letto uno di quei libri da denuncia in cui si incitano i genitori a lasciar piangere i loro figli finché non svengono "per non viziarli troppo". Morale della favola: i pupi, che alla loro età non hanno ancora la minima idea di cosa sia il rapporto causa-effetto, piangono PER ORE. Giuro. Ore. Sto parlando di ore. I genitori se ne stanno tranquilli nella stanza accanto senza intervenire e senza preoccuparsi del fatto che magari sono le 8 del mattino di domenica. Io e marito li sentiamo come se fossero nella stanza accanto, e la tentazione di scendere e mollare un ceffone ai perfidi coniugi a volte è davvero forte. Tra l'altro i due pupi scoppiano a piangere almeno 3 o 4 volte al giorno (a testa), e considerando che le loro grida proseguono per un tempo che varia dai 45 minuti alle 2 ore, fate un po' voi il calcolo dei minuti di silenzio che rimangono nella giornata.
  • I vecchi rincoglioniti. Già ci sono anche loro, i due vecchietti adorabili e rincoglioniti persi della porta accanto. Silenziosi e discreti, su questo nulla da dire. Peccato che siano in preda a una demenza senile acuta che li porta, non troppo raramente, a scambiare casa nostra per la loro. La prima volta che, a casa da sola e un po' in apprensione (come sempre, quando sono sola), ho sentito che qualcuno tentava di scassinare la porta di casa mia, mi è quasi venuto un infarto. Ho urlato a gran voce "Chi è? Cosa volete? Andatevene! Ho una pistola! Chiamo la polizia!" ma dall'altra parte nessuna risposta: il malintenzionato continuava a scassinare la mia serratura. Con il tempo ho capito che si tratta semplicemente dei due vecchietti (ovviamente sordi) che scambiano la nostra porta di casa per la loro, e cercano disperatamente di infilare la loro chiave nella toppa. Morale della favola: la nostra serratura non funziona più, dobbiamo usare la chiave di riserva perché la toppa principale è completamente rovinata.
  • Il ragazzo canterino del piano di sopra. C'è anche lui: l'aspirante cantante. Trattasi di giovane nullafacente che passa le sue giornate a cantare a squarciagola al piano di sopra, probabilmente pensando che nessuno lo ascolti. O almeno così era all'inizio. Un giorno, esausta, ho attaccato a cantare insieme a lui che, dopo un momento di silenzio imbarazzante, si è unito a me mettendo in scena un bel duetto tra vicini. Inutile dire che la cosa non lo ha scoraggiato. Morale della favola: ancora oggi mi devo sorbire i suoi concerti improvvisati. Almeno avesse un bel repertorio! 
  • Il pensionato fissato col giardino. Last but not least, c'è lui, il vecchietto in pensione il cui unico scopo nella vita è mantenere un giardino all'inglese perfettamente in ordine, a qualsiasi prezzo. Morale della favola: l'efficientissimo matusa, che come ogni buon pensionato avrebbe tutto il giorno per fare giardinaggio, decide puntualmente di falciare l'erba del prato alle 8 del mattino di sabato, svegliando l'intero vicinato.
E su questo punto mi fermerei a fare una piccola riflessione. Fosse per me proporrei al governo di emanare una legge che stabilisca una volta per tutte che i pensionati non possono andare in posta, dal medico, in banca, al supermercato, sui mezzi pubblici e in generale nei luoghi dove si formano file chilometriche di mattina presto, orario che riserverei solo ai lavoratori che devono sbrigare velocemente una commissione prima di correre in ufficio. I vecchi hanno TUTTO IL GIORNO per fare le loro faccende, perché diavolo devono sbrigare le commissioni entro le 9.00 del mattino? Il che, ovviamente, vale anche per i lavori domestici rumorosi. Gente come il mio vicino passa tutta la settimana a casa a girarsi i pollici: perché mai dovrebbe scegliere il sabato e la domenica per decidere di piantar chiodi alle pareti, passare l'aspirapolvere e tagliare il prato?!

Insomma, oltre a dover ripetere continuamente a me stessa "Non uccidere il medico, non uccidere il medico..." quando ho a che fare con i tanti esami legati alla gravidanza, e "Non uccidere il gatto, non uccidere il gatto..." quando la mia adorabile micina decide di rovinarmi la vita (= quando non dorme), forse è arrivato il momento di ripetere mentalmente un nuovo mantra, che mi preservi dal compiere l'irreparabile: "Non uccidere i vicini, non uccidere i vicini, non...".

2 commenti:

  1. Prova questo nuovo mantra: non mangiare i biscotti, non mangiare i biscotti ... Con me non funziona, ma tu hai sicuramente più forza di volontà della mia, altrimenti a quest'ora saresti già stata arrestata per strage.
    nonna P.

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  2. No con i biscotti non funziona. Vedi post sul maialino (e chiedi al marito che ha addirittura paura a lasciarmi a casa da sola e mi spedisce da voi quando va a calcio per paura di trovarsi la dispensa vuota....).
    S.

    RispondiElimina

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