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giovedì 24 novembre 2011

Caro Freud, interpreta questo sogno!

Stanotte ho sognato la mia piccola. Non è la prima volta, ovvio, ma c'è qualcosa in quest'ultimo sogno che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Non si è trattato di un incubo però mi ha ugualmente spaventato. Cosa mi terrorizza? Il fatto che nel sogno la mia gnometta non mi piacesse affatto. La guardavo come Emma Bovary guardava la sua Berthe, quasi con disprezzo. Il motivo? E' presto detto.

No, nel sogno la mia bambina non era né un mostro né una cimice gigante. Semplicemente era già... grande. Ecco la trama:

Insieme a Marito mi reco in un piccolo laboratorio di analisi per qualche doloretto, e lì scoprono che è arrivato il momento di dare alla luce la mia bimba. Incurante del fatto che non mi trovo in un ospedale, riesco nel giro di un paio di minuti a sfornare la creatura (sì vabbè, è proprio un sogno). "Complimenti, pesa già 5 kg" si congratula l'ostetrica. La bimba non è esattamente bellissima, ok. E non assomiglia minimamente né a me né a Marito. E poi è grande, è troppo grande! Sembra avere già 3 o 4 anni, e appena posata per terra comincia a camminare, anzi a correre qua e là. Io mi rendo conto che l'ovetto e la culla scelti e acquistati con tanto amore non mi serviranno: la bimba sta già sul passeggino. Anche Marito non sembra molto convinto, ma è comunque nostra figlia e decidiamo di ficcarla sul passeggino e portarla dai nonni, che sicuramente non vedono l'ora di conoscerla. Accidenti, certo che è strano presentare loro una bimba che già cammina e già è in grado di dire "Molto piacere di conoscervi" considerando che... parla anche! A un certo punto penso che potrebbe anche aver fame e mi ritrovo a schifarmi all'idea di allattare un essere che ancora un po' e mi chiede il motorino, così le dò un omogeneizzato e mi metto l'anima in pace.
The End.

Ok, la pizza fatta in casa da Marito di ieri sera forse non è stata esattamente una buona idea. Certo che questo sogno è proprio strano! E' come se avessi già paura che la mia bimba cresca in fretta e che io non riesca a godermi i pochi anni in cui sarà la mia pupina, dipenderà interamente da me e mi amerà come nessun altro al mondo.
Possibile che già inconsciamente mi preoccupi di questo, considerando tutte le cose a cui dovrei pensare prima?
Possibile che l'ingresso nel terzo trimestre mi stia già mettendo l'ansia di dovermi distaccare, a breve, dalla gnometta che a febbraio non sarà più solo cosa mia ma comincerà legittimamente ad appartenere al Mondo? Eppure a me sembra di non desiderare altro che questo diavoletto esca dal mio povero corpo straziato.
Caro Freud, psicanalizzami un po' (se poi riesci anche a non uscirtene con complesso di Elettra o con qualche altro scabroso significato sessuale è meglio) e spiegami il perché di questo sogno. E mi raccomando, prendi in considerazione la pizza fatta in casa da Marito perché è sicuramente parte integrante della cosa.

3 commenti:

  1. La pizza ha sicuramente un suo perchè, ma è il passeggino il maggior responsabile del tuo sogno: non è ancora nata e già ti regalano uno strumento del distacco. Se ti avessimo portato un motorino? o il suo primo cellulare (che tanto, come sua madre, non terrebbe acceso)? Probabilmente avresti sognato di mettere al mondo una bimba già incinta (e chi sa di chi!).

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  2. Scusa, non mi sono firmata: nonna P.

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  3. Il passeggino si è rivelato, in effetti, uno strumento del distacco. Nel senso che quando ho provato a sollevarlo mi si è quasi distaccata una vertebra. Non sono nemmeno riuscita a portarlo in ascensore per metterlo in garage. Mi sa che mi dovrò guardare in giro durante le vacanze in cerca del trio (ovetto+passeggino+seggiolino auto) più leggero in commercio. Possibile che una madre oggi debba avere la muscolatura di Schwarzenegger?!

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