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martedì 3 gennaio 2012

E caddi, come corpo morto cade

"E caddi, come corpo morto cade" scriveva Dante nella sua Divina Commedia. Al sommo poeta ci volle poco per cadere a terra come una pera cotta. Se non sbaglio infatti svenne come una donnicciula ascoltando il racconto di Paolo e Francesca (V canto dell'Inferno). Un po' come certe oche che incontri al cinema che piangono, svengono, ansimano e urlano per un film romantico. Almeno lo facessero per un drammatico o un horror sarebbero più giustificate (storica la frase di Mamma che si rivolse a una signora accanto a lei pochi minuti dopo l'inizio di 'Non è un paese per vecchi' e le disse "Guardi signora che tende a peggiorare...").

Io che per i film romantici non verso neanche una lacrima ('Io & Marley' fa ovviamente eccezione, chi non piange non ha un cuore) cado come corpo morto cade solo per colpa del mio scarso senso dell'equilibrio o, ultimamente, per qualche problemuccio di pressione o chissà cos'altro che mi colpisce la mattina.

Se dunque a inizio gravidanza le mie mattinate passavano tra il computer e il water, dove rimettevo copiosamente con tanto di Marito che mi teneva i capelli e mi ripeteva "E' normale, amore, è normale" (mentre io mi ripetevo mentalmente non uccidere Marito, non uccidere Marito, non uccidere Marito), dopo qualche mese di tregua il mattino è tornato ad aggiudicarsi il premio di Peggior Momento della Giornata (anche se fino all'ultimo era in ballottaggio con la notte).

Nausea, spossatezza, tremori, tachicardia e un gran senso di ansia mi invadono puntualmente poco dopo la colazione. L'unica soluzione è ignorare i sintomi e continuare a lavorare al computer, senza farmi prendere dal panico. Ieri mattina però ho fatto il grande errore di spaventarmi e alzarmi all'improvviso (chissà poi per far cosa). Ho fatto appena in tempo a sussurrare "Marito mi sento mal..." (ovviamente Marito stava due stanze più in là e non ha potuto sentir niente) che le gambe hanno cominciato a formicolare a diventare più rincoglionite di una mosca fuori stagione. Per fortuna accanto a me un accogliente divano era pronto ad attutire il tonfo.

E caddi, come corpo morto cade. Senza perdere i sensi, però. Il che è stata una fortuna perché sono riuscita a cogliere il lato comico della cosa. Già perché placidamente adagiata sul divano c'era Gatta. Cadendo ho visto, quasi al rallentatore (chissà perché durante certi eventi come cadute, incidenti, ecc, vediamo tutto al rallenty?), la povera micia che sgranava gli occhioni terrorizzata osservando (probabilmente anche lei al rallentatore) il mio corpo che minacciava di rovinarle addosso. Ritrovando lo scatto felino che c'è in lei (sotto 5 chili di ciccia), Gatta è riuscita a evitarmi per un soffio (anzi, diciamolo, per un pelo). Una scena davvero esilarante.

Ovviamente c'è anche una lezione da imparare: mai alzarsi di scatto se sentite la testa che gira. Ma questo lo sapevate già. Voi.

2 commenti:

  1. La Gatta, per quanto grassa e rimbambita, una cosa l'ha sicuramente imparata: mai stazionare nelle tue vicinanze dopo colazione. Già me la vedo chiedersi perchè diavolo adesso tu decida di coricarti in siffatta maniera sul SUO divano! Non vedo l'ora di vederla rincorsa da una gnometta noncurante della sua pericolosità o litigare per l'occupazione della lettiera.
    Nonna P.

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  2. Il bello è che la Gatta non si vuole proprio spostare! Oggi ho fatto un riposino di un quarto d'ora sul divano e mentre mi spostavo da un lato all'altro (con gran fatica) l'ho accidentalmente spiaccicata. Non ha affatto gradito ma si è spostata solo di un paio di cm, non di più. Dubito che sarà più accondiscendente con la Gnoma.

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